DR. NICOLINO CALABRESE – NAC DENTISTI

Parodontite

La Parodontite (detta anche PIORREA, MALATTIA PARODONTALE o “GENGIVITE ESPULSIVA”) è una malattia infiammatoria multifattoriale di origine infettiva, ma non trasmissibile, che causa la perdita progressiva e irreversibile dei tessuti di supporto dei denti (gengiva, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare) fino a determinarne la caduta.

La Parodontite può decorrere praticamente asintomatica per anni, fino a raggiungere uno stadio avanzato.

Nei Paese industrializzati, si stima che forme avanzate di Parodontite (FIG.1) colpiscano circa il 10-15% della popolazione. La Parodontite non è trasmissibile e spesso decorre in maniera pauci-sintomatica fino agli stadi avanzati (FIG.2). Se non trattata, la Parodontite porta alla progressiva distruzione dei tessuti di supporto dei denti e, in ultima analisi, alla loro perdita.

Più di 400 specie di micro-organismi differenti sono in grado di colonizzare la cavità orale d’individui adulti sani. (FIG.1). Per la maggior parte, essi vivono da “commensali” e non causano alcun danno all’ospite, anzi contribuiscono all’equilibrio fisiologico del cavo orale. L’insieme di questi batteri prende il nome di “placca dentale”. La placca dentale è incolore e diviene visibile come una soffice patina bianca solo quando raggiunge quantità considerevoli (FIG.3). Se non rimossa, la placca dentale si solidifica formando il tartaro (FIG.4).

In alcuni pazienti “suscettibili”, la fisiologica microflora orale commensale è in grado di attivare meccanismi infiammatorio-difensivi che portano all’inizio della Parodontite e, quindi,. La suscettibilità individuale alla Parodontite è influenzata da numerosi fattori di rischio sistemici (es.: Diabete Mellito) e ambientali (es.: fumo di sigaretta). Recentemente, è stata anche dimostrata una relazione tra Parodontite e Malattie Cardiovascolari; le attuali Linee Guida delle Federazioni di Parodontologia mondiali raccomandano una più stretta collaborazione tra specialisti Cardiologi e Parodontologhi.

La relazione tra Diabete Mellito (sia di tipo I che di tipo II) e Parodontite è stata da tempo chiaramente dimostrata e, attualmente, la Parodontite è considerata la 6° complicanza più frequente del Diabete Mellito. In realtà, si tratta di una relazione “a due vie”, nel senso che i pazienti diabetici hanno una maggiore incidenza di Parodontite e che i pazienti affetti da Parodontite avanzata hanno più possibilità di sviluppare una condizione diabetica.

I pazienti parodontali fumatori, oltre agli ovvi effetti cosmetici negativi (es.: discolorazioni dentali FIG.5), esibiscono una distruzione dei tessuti parodontali più estesa e più rapida (sia in rapporto all’età che ai livelli d’igiene orale) di quella dei non fumatori. E’ stato dimostrato che I pazienti parodontali fumatori rispondono peggio a tutte le terapie parodontali e, in ultima analisi, perdono più denti (FIG.6).

L’obiettivo della terapia parodontale è l’arresto della progressione della Parodontite ed il mantenimento in salute nel tempo dei tessuti di supporto rimasti (FIG.7). Questo obiettivo viene raggiunto pulendo accuratamente le radici dei denti colpiti in maniera non-chirurgica (ma sempre in anestesia locale). Qualora la terapia non chirurgica si sia dimostrata insufficiente, un approccio chirurgico localizzato può essere necessario (FIG.8). Solamente adottando tecniche chirurgiche avanzate in pazienti selezionati con condizioni anatomiche favorevoli si riesce ad ottenere qualche rigenerazione dei tessuti parodontali perduti.

Al fine di arrestare la progressione della Parodontite, è necessario che il paziente mantenga costantemente un’igiene orale ottimale (FIG.9). Lo spazzolino (manuale o elettrico) non è in grado di raggiungere gli spazi interdentali e, pertanto, non è sufficiente a evitare l’accumulo di placca in queste aree. Pertanto, l’igiene orale domiciliare “interprossimale” (= tra un dente e l’altro), eseguita con il filo interdentale o lo scovolino, è essenziale (FIG.10).

La terapia parodontale di supporto, costituita da sedute di igiene periodiche a intervalli regolari di 2-6 mesi, dovrebbe essere considerata dal paziente parodontale un impegno “a vita”. Eseguita dall’igienista in collaborazione con il Parodontologo, si dimostra insostituibile per motivare continuamente il paziente e per aiutarlo a mantenere nel tempo standard d’igiene orale adeguati (FIG.11 e 12).

Vista la perdita di denti causata anche in giovane età dalla Parodontite, i pazienti affetti da questa malattia sembrerebbero i candidati ideali all’utilizzo d’impianti dentali (FIG.13). Purtroppo, analizzando la letteratura, sembra che la Parodontite rappresenti un fattore di rischio per la prognosi a lungo termine degli impianti dentali, soprattutto nei pazienti fumatori. Se non prima trattata adeguatamente e stabilizzata, la Parodontite espone il paziente a una maggiore possibilità di future complicazioni (es.: peri-implantite) e anche di perdita degli impianti stessi.