DR. NICOLINO CALABRESE – NAC DENTISTI
Gengivite
La Gengivite è un’infiammazione reversibile delle gengive che si manifesta con il loro arrossamento, gonfiore e sanguinamento (spontaneo o provocato da normale spazzolamento).
Può essere dovuta a varie cause ma la più comune è l’accumulo di placca batterica. In alcune persone, la Gengivite può evolvere in Parodontite.
Sanguinamento gengivale
Il sanguinamento gengivale è la manifestazione clinica dell’infiammazione delle gengive (FIG.1) causata dall’accumulo di placca batterica sulle superfici di denti, mucose e protesi dentali. Più di 300 specie diverse di batteri, organizzate in “biofilms”, sono state isolate nella placca dentale umana e sono considerate commensali della cavità orale. Essendo incolore, la placca batterica non è visibile finché non raggiunge quantità considerevoli, manifestandosi come una patina soffice bianco-giallastra (“materia alba”, FIG.2) che può essere facilmente rimossa. Qualora non sia rimossa, la placca batterica aderisce più tenacemente alle superfici e contribuisce alla formazione del tartaro dentale (FIG.3). Il tartaro, accumulandosi, a sua volta aumenta l’infiammazione locale e quindi il sanguinamento gengivale.
- Fig.1
- Fig.2
- Fig.3
Il sanguinamento gengivale è un segno condiviso da due patologie ben distinte: la gengivite e la Parodontite. La gengivite da placca (FIG.4) non provoca distruzione dei tessuti parodontali ed è una condizione reversibile: ripristinati livelli d’igiene orale adeguati, la gengiva torna alla normalità ed il sanguinamento scompare. Al contrario, la Parodontite (FIG.5) evolve provocando la progressiva perdita dei tessuti parodontali di supporto (es.: legamento parodontale e osso alveolare) fino all’esfoliazione dei denti affetti. In caso di sanguinamento gengivale, è quindi indispensabile fare una diagnosi differenziale tra gengivite e Parodontite
- Fig.4
- Fig.5
Il sanguinamento gengivale è sicuramente il più evidente tra sintomi iniziali della Parodontite. Tipicamente, i pazienti riportano sanguinamento gengivale in seguito a manovre d’igiene orale (es.: spazzolamento, uso di stuzzicadenti, filo interdentale o scovolini), anche se eseguite delicatamente. In alcuni casi, il sanguinamento gengivale può addirittura essere spontaneo (es.: “spotting” sul cuscino al risveglio). Il sanguinamento gengivale può essere generalizzato o localizzato, magari in relazione a fattori locali, anatomici (es.: denti non allineati) o iatrogeni (es.: restauri dentali incongrui). Il sanguinamento gengivale può avere diverso significato clinico a seconda che sia “marginale” o si manifesti in seguito a sondaggio del solco gengivale o della tasca con una sonda parodontale (“sanguinamento al sondaggio”, FIG.6). Durante varie terapie parodontali, il sanguinamento gengivale marginale viene monitorato attraverso apposite tabelle che permettono di calcolare vari “Indici di sanguinamento”. La velocità di progressione della Parodontite dipende da numerosi fattori (es.: igiene orale, fumo di sigaretta, salute sistemica) e appare impredicibile. A livello di uno specifico sito, durante la terapia parodontale di supporto, l’assenza di sanguinamento al sondaggio (FIG.7) sembra essere l’indice di stabilità parodontale più affidabile.
- Fig.6
- Fig.7
Nelle donne, è importante rilevare come variazioni ormonali fisiologiche (es.: ovulazione, menopausa e gravidanza, FIG.8) possano aumentare temporaneamente la tendenza al sanguinamento gengivale. Inoltre, è stato dimostrato che l’uso di alcuni contraccettivi orali può far aumentare il sanguinamento gengivale.
Fig.8
Anche a causa dell’effetto vaso costrittivo locale della nicotina, tipicamente nei fumatori (FIG.9) il sanguinamento gengivale tende a essere minimo o completamente assente. Pertanto, il fumo di sigaretta può “mascherare” la Parodontite fintantoché questa non raggiunge uno stadio avanzato e si rende evidente con altri segni (es.: mobilità dentale, FIG.10).
- Fig.9
- Fig.10
Infine, va menzionato come il sanguinamento gengivale possa essere influenzato anche da alcune gravi condizioni sistemiche (es.: carenza di vitamina C, HIV, leucemia FIG.11, etc.) e da diversi farmaci assunti per lunghi periodi (es.: chemioterapici, anti-ipertensivi FIG.12, anti-epilettici, etc.).
- Fig.11
- Fig.12
Recessioni gengivali
In condizioni fisiologiche, il margine gengivale sano si colloca circa a livello della giunzione amelo-cementizia dei denti. La gengiva, retraendosi, espone la superficie radicolare del dente all’ambiente orale e causa problemi di due tipi: estetici (i denti appaiono più “lunghi”, FIG.1) e d’iper-sensibilità dentinale (a stimoli termici, meccanici e/o chimici). Secondo la diffusione nella dentatura, le recessioni gengivali sono classificate in “localizzate” o “generalizzate”.
Essenzialmente due sono le cause che possono determinare unarecessione della gengiva: il trauma e la Parodontite (FIG.2).
- Fig.1
- Fig.2
Epidemiologicamente, si sta assistendo a un aumento dell’incidenza nella popolazione delle recessioni gengivali (FIG.3). Nel mondo Occidentale, dove i livelli d’igiene orale domiciliare della popolazione sono in media elevati, il trauma da spazzolamento dentale è sicuramente la causa principale delle recessioni gengivali
- Fig.3
- Fig.4
A una condizione anatomica predisponente di partenza si somma un trauma di qualche tipo (es.: tecnica di spazzolamento dentale incorretta, eseguita usando strumenti d’igiene orale non idonei con pressione eccessiva; “abitudini viziate” del paziente come utilizzo improprio di stuzzicadenti o unghie; piercings orali, FIG. 5 e 6).
- Fig.5
- Fig.6
Ovviamente, la terapia iniziale per qualsiasi recessione gengivale dovuta a trauma consiste nell’individuare ed eliminare lo stesso. Il più delle volte, si deve modificare la tecnica di spazzolamento del paziente, sostituendola con una meno traumatica per i tessuti parodontali o eseguita con strumenti appropriati
La seconda causa di recessioni gengivali è la Parodontite. Questa malattia, portando alla perdita irreversibile dei tessuti parodontali, provoca recessioni generalizzate estese anche sulle superfici interprossimali e linguali dei denti. E’ per questo motivo che, tipicamente, i denti affetti da Parodontite sembrano “più lunghi” (FIG.9).
Sempre a causa della progressiva perdita di supporto, i denti possono anche cambiare di posizione, arrivando anche ad alterare la fonetica del paziente. Contemporaneamente, gli spazi solitamente occupati dalle papille interdentali ormai perse appaiono come “triangoli neri” (FIG.10) in cui il ristagno locale di cibo mantiene l’infiammazione dei tessuti parodontali.
- Fig.9
- Fig.10
Purtroppo, le recessioni gengivali date dalla Parodontite sono irreversibili e le terapie consentono al più di “mascherare” parzialmente i difetti estetici causati dalla perdita di tessuti (es.: “faccette gengivali” removibili in resina o in silicone, FIG.11, 12 e 13)
- Fig.11
- Fig.12
- Fig.13